giovedì 1 ottobre 2009

Io sono un animale solidale con gli altri animali - di XL


Ogni anno nel silenzio più assoluto, miliardi di animali trovano la morte nei macelli di tutto il mondo.
Per il mercato della carne e del pesce, latte, uova e formaggi, perdono la vita un’infinità di esseri senzienti, cioè con la capacità di provare sentimenti, di soffrire e gioire, di amare ed odiare, né più, né meno dei nostri animali da compagnia.
Questi animali vengono fatti nascere al solo scopo di diventare cibo. Passano tutta la vita rinchiusi in lager che noi chiamiamo allevamenti, tenuti incatenati o stipati in piccolissimi spazi che non permettono nessun tipo di movimento, non possono interagire con altri individui della stessa specie, vengono nutriti con mangimi innaturali, al solo scopo di migliorarne la produzione e la resa in termini puramente economici. Le femmine vengono fecondate artificialmente, violentate da una macchina che non a caso si chiama "ruota da stupro”; appena diventate mamme, verranno private dei loro cuccioli, che entreranno nella catena di produzione per diventare presto pezzi di carne venduti su qualche bancone di un supermercato.
Tutti gli animali ammassati negli allevamenti, vengono costretti all’assunzione forzata di farmaci per ridurre il rischio di infezioni, ma anche per aumentare di peso più velocemente, andando così ad alimentare un’altra industria, quella chimico/farmaceutica, responsabile della tortura di milioni di esseri senzienti ogni anno, animali usati per la sperimentazione farmacologica, reclusi e torturati negli scantinati dei laboratori, al servizio di una scienza violenta e senza scrupoli, dove il lucro delle multinazionali la fa da padrone.
Intanto gli animali da produzione di cibo, dopo una breve vita in galera, in perenne stato di sofferenza psico/fisica, ridotti a macchine, vengono inviati ai macelli, dove finalmente troveranno la morte liberatrice. Quindi verranno fatti a pezzi, lavorati e confezionati, in una vera e propria catena di smontaggio e saranno infine esposti sugli scaffali sotto il nome di bistecche, arrosti, pesce, scatolette di carne e di tonno, prosciutti, mortadelle, formaggi, latte uova, pasticcini, gelati, ecc… ecc…
Questa è purtroppo la cruda realtà che sta dietro il prodotto finito, confezionato e pulito; la verità che alcuni non conoscono, ma che più spesso si vuole far finta di non conoscere, in modo che ciò non possa destare nessuna compassione.
Questi esseri senzienti vengono catalogati come “animali da reddito”, e così perdono ogni diritto e ogni tipo di tutela, vengono derubati della loro vita e considerati solo come pezzi di carne già nel momento in cui vengono al mondo. Se si pensa che la parola animale significa “essere con anima”, ci si rende conto immediatamente del controsenso della definizione “animali da reddito” e della realtà che sta davanti agli occhi di tutti, ma resa invisibile ai più, grazie alla nebbia del condizionamento di una cultura che vede l’essere umano al centro dell’universo, dalla cultura del dominio e della sopraffazione che offusca le menti: la verità invece è che “esseri con anima”, cioè con sentimenti ritenuti spesso ed erroneamente una prerogativa solo umana, sono detenuti nei lager e sterminati nei macelli.
Da tempo immemorabile, in fondo, in fondo, sappiamo perfettamente che tutti gli animali sono esseri senzienti come noi, altrimenti non li avremmo chiamati animali, ma ciò nonostante continuiamo a fare su di loro le peggiori cose e a mangiarne le loro carni, senza che questo ci crei nessun senso di colpa o compassione. Questo ha portato il premio Nobel per la letteratura “Isaac Bashevis Singer” ad affermare che “Nei loro confronti tutti sono nazisti; per gli animali Treblinka dura in eterno”.

Il movimento antispecista si batte per la liberazione animale. Noi antispecisti non chiediamo migliori condizioni per gli animali negli allevamenti, non chiediamo gabbie più grandi o un trattamento più caritatevole, noi chiediamo l’abolizione di ogni forma di reclusione, sfruttamento e tortura. Chiediamo la liberazione per tutti gli animali.
Come antispecisti siamo consapevoli che l’essere umano non è altro che un animale, né più né meno di altri animali di specie diversa. Noi apparteniamo allo stesso gruppo a cui appartengono gli altri animali. Prima che animalisti noi siamo animali a tutti gli effetti. Noi umani, esattamente come gli altri animali, siamo esseri sensibili, dotati di una soggettività, e per questo siamo solidali agli altri animali che vengono allevati e macellati per la carne, uova, latte, pelle e pelliccia, e per tutti indistintamente chiediamo la loro liberazione.
Ci battiamo affinché finiscano le torture e lo sfruttamento dei corpi di animali, siano essi umani o non umani.
Finché un uomo verrà considerato diverso e da meno di altri solo per il colore della pelle, o per il suo stato sociale, o per le sue tendenze sessuali, o per la sua religione, o per il suo sesso, e finché un animale umano o non umano sarà recluso, torturato, sfruttato, stuprato, fatto a pezzi, vivisezionato, mangiato, non ci sarà pace, perché tutto ciò è frutto di una stessa matrice, di una stessa cultura del dominio, la cultura della guerra e della devastazione, dell’egoismo più sfrenato.
Lo Specismo che alla pari del razzismo, del sessismo, dell’adultismo, diventa pratica del più forte sul più debole, spiega il perché ci sembra normale, se non addirittura giusto, il cibarsi di corpi di altri animali, che per nostra convenienza sono stati ingiustamente declassati a cibo. Ma per noi antispecisti, la realtà è che il mangiare carne è un atto violento, è l’espressione della cultura del più forte sul più debole.
Vivere senza uccidere e mangiare corpi di altri animali è possibile e noi ne siamo la dimostrazione vivente.
Tutto dipende dalle nostre scelte individuali, dalla nostra volontà di cambiare il rapporto con gli altri animali umani e non umani, dalla nostra volontà di liberare ed essere finalmente liberi.

XL

1 commento:

Daniela Chiavacci ha detto...

Se davvero l'essere umano fosse superiore agli animali, ebbene, questo dovrebbe essere un motivo da cui scaturiscono dei doveri verso gli esseri più indifesi, non certo dei diritti nei loro confronti. Teniamo duro, la nostra è una battaglia piena di insidie e i nostri simili sono gli animali più malvagi.